
VITRUVIO E FANO
Per una rilettura della documentazione
di Serena Evelina Peruch
introduzione di Lorenzo Braccesi
Diverse sono le località che si accreditano come patria del famoso trattatista e architetto Vitruvio, ma Fano si candida come la città più indiziabile per esserlo. Esaminata tutta la documentazione letteraria ed epigrafica riguardante la gens Vitruvia, il libro giunge alla conclusione che Vitruvio potrebbe essere stato fra i neo-ecisti della colonia di Fano ottavianea. Il distretto censitario, o tribus, al quale era iscritto Vitruvio era quello della tribus Pollia, che, non caso, comprendeva anche Fanum Fortunae nel proprio ambito territoriale; inoltre nessuna delle città dove è attestata una gens Vitruvia – e che per questo motivo rivendicano i natali dell’architetto – è compresa nella tribus Pollia.
COMUNICATO STAMPA – Oscar Mei il nuovo Coordinatore Scientifico del Centro Studi Vitruviani
Il prof. Oscar Mei, archeologo, docente dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, è in nuovo Coordinatore Scientifico del Centro Studi Vitruviani. E’ stato nominato, all’unanimità, dall’Assemblea dei Soci del Centro Studi Vitruviani (Mibact, Comune di Fano, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino) nella riunione di ieri sera 24 settembre 2020, in base anche alla designazione unanime espressa dal CdA nella riunione del 15 settembre scorso.
La decisione è stata presa a seguito delle recenti dimissioni del prof. Paolo Clini per “motivi personali e professionali”. L’Assemblea dei Soci ha ringraziato il prof. Clini per il contributo fondamentale dato al Centro Studi, fin dalla sua istituzione, in questi primi dieci anni di attività e ha salutato con favore la sua disponibilità a continuare la collaborazione con il Centro.
Ora tocca al prof. Oscar Mei mettersi al lavoro per dare continuità al percorso tracciato e svilupparne anche le notevoli possibilità, rilanciando l’attività scientifica e culturale del Centro Studi, con la collaborazione di un rinnovato Comitato Scientifico e dello stesso CdA.
In questa direzione i soci, a cominciare dal Comune di Fano, hanno ribadito che non faranno mancare il proprio impegno e il proprio sostegno al Centro affinché si consolidi come istituzione scientifica di riferimento per lo studio e la ricerca sull’opera vitruviana e la sua modernità, sulla figura di Vitruvio e il suo speciale rapporto con la città di Fano.
Fano, 25 settembre 2020

LEONARDO NELLA CITTA’ DI VITRUVIO
LE MOSTRE DEL CINQUECENTENARIO
A Fano un primo bilancio delle Mostre dedicate a Leonardo nel segno del suo rapporto con Vitruvio.
A curare la Giornata studi due studiosi di Leonardo: Annalisa Perissa Torrini, già Direttrice del Gabinetto dei Disegni delle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove è conservato l’Uomo Vitruviano e Francesco Paolo Di Teodoro, Politecnico di Torino, uno dei massimi esperti di Leonardo.
Ad aprire i lavori proprio la Mostra di Fano “Leonardo e Vitruvio. Oltre il cerchio e il quadrato”, l’unica che ha specificatamente trattato il rapporto tra Vitruvio e Leonardo e che sarà illustrata da Francesca Borgo e Paolo Clini Coordinatore Scientifico del Centro Studi Vitruviani, curatori della Mostra insieme a Guido Beltramini. Seguiranno con differenti, originali approfondimenti gli stessi due responsabili scientifici della Giornata, Annalisa Perissa Torrini e Francesco Paolo Di Teodoro e, a seguire, Alba Zanini, Enrica Pagella, Alfredo Buccaro, Sara Taglialagamba, Claudio Giorgione, Benedetta Spadaccini, Ilaria de Palma, Andrea Bernardoni, Roberta Barsanti e Margherita Melani.
Ad essere rievocate saranno così le mostre della stessa Fano, di Venezia, Torino, Napoli, Roma, Milano, Firenze, Vinci e Harleem.
VITRUVIO E LA CINA
Il Centro Studi Vitruviani allarga la riflessione sul classico con un incontro dedicato agli influssi del De Architectura nell’opera di Xu Guangqi nella Cina del XVII secolo.
La professoressa Michela Cigola dell’Università di Cassino ci accompagnerà in questo articolato percorso che si terrà a Fano il 23 Novembre 2019 ore 17,00 presso la sala ipogea della Mediateca Montanari.
PRESENTAZIONE VOLUMI: “DEL MOTO E MISURA DELL’ACQUA” E “I MANOSCRITTI DI LEONARDO DA VINCI”
Ormai prossimi alla chiusura della mostra “Leonardo e Vitruvio: oltre il cerchio e il quadrato. Alla ricerca dell’armonia. I leggendari disegni del Codice Atlantico.” il Centro Studi Vitruviani continua a proporre occasioni culturali per celebrare il genio di Leonardo da Vinci.
MANIA GEOMETRICA
di Francesca Borgo
“Disegnati a penna e inchiostro con minuzia da miniaturista, centosettantasei cerchi e semicerchi affollano il foglio, stipati su nove filari alternati a brevi colonne di testo. Il più spettacolare di una serie di studi funzionali alla quadratura del cerchio – l’antica utopia geometrica che a lungo ossessiona Leonardo – il disegno serve a sistematizzare, in una sorta di atlante visivo, diverse declinazioni della stessa equivalenza di superficie: centosettentasei soluzioni allo stesso problema, schierate sulla carta con un piacere che è insieme cerebrale e – innegabilmente – estetico.
[…]
Come dichiara il titolo, il soggetto del foglio è la «transmutazione d’equali superfizi rettilinie in varie figure curvilinie», un esercizio propedeutico alla quadratura del cerchio, la cui soluzione Leonardo attribuiva a Vitruvio, «il primo che la trovò a caso» – e per di più senza accorgersene – grazie a un metodo non propriamente matematico, ma piuttosto empirico e meccanico. Nel contemporaneo Manoscritto G (1510-1515) Leonardo associa infatti la quadratura del cerchio al meccanismo dell’odometro vitruviano, osservando come, nel misurare una distanza, le rivoluzioni della ruota del contachilometri non facciano che risolvere una circonferenza in una retta, srotolandola come una buccia d’arancia…”
- Dettaglio Codice atlantico f 455r
CTESIBIO, LA CLESSIDRA E IL SALVAGENTE
di Cristiano Zanetti
“Il termine clessidra è una parola composta che deriva dall’antico greco e letteralmente significa “ruba-acqua”. Le primitive clessidre erano infatti vasi con tacche segna-livello che si svuotavano tramite un foro nella base. Tali sistemi di cronometraggio erano poco precisi: la pressione dell’acqua diminuiva con il calare del livello del liquido, rendendo il flusso progressivamente più lento e scarso. Vitruvio, nell’ultimo capitolo del libro IX del De architectura, ci parla delle prime clessidre di precisione prodotte da grandi matematici greci quali Ctesibio d’Alessandria, inventore del III secolo a.C.
[…]
Le clessidre descritte da Vitruvio presentano certe importanti caratteristiche meccaniche a cui guarda Leonardo interpretandole in modo originale. Nel f. 943r del Codice atlantico possiamo apprezzare il complesso ragionamento di Leonardo, fatto di rappresentazioni grafiche in sequenze progressive a cui alla fine si aggiunge una descrizione scritta nella classica grafia speculare leonardesca. Per ottenere l’uniformità del flusso di cui parla Vitruvio, Leonardo immagina una clessidra rifornita da un canale n che sversa costantemente dell’acqua nel recipiente m, montato su un perno, e quindi predisposto a un moto rotatorio che gli permette, tramite uno sversatore, di colmare progressivamente i ventiquattro «bottini» o “recipienti delle ore”, di cui qui vediamo rappresentato solo il primo. Due galleggianti, grazie alla spinta dell’acqua, fungono da attivatori di due diverse operazioni meccaniche…”
Estratto dal catalogo della mostra “Leonardo e Vitruvio. Oltre il cerchio e il quadrato” Collana del Centro Studi Vitruviani – Marsilio Editori
- Dettaglio Codice atlantico, f. 943r
MISURARE LE DISTANZE ALL’ANTICA
di Richard Schofield
“Sulla metà destra del f. 1r del Codice atlantico, Leonardo propone due diverse versioni dello stesso strumento, un odometro: a sinistra, a due ruote; a destra, a una ruota sola. Il primo disegno è corredato da una lunga didascalia che descrive il funzionamento dello strumento; nel testo, però, Leonardo si dimostra più interessato a fare sfoggio delle sue nozioni matematiche su π che non a illustrare in dettaglio la costruzione dell’odometro.
[…]
L’odometro disegnato da Leonardo si basa almeno in parte sulla descrizione dello strumento fornita da Vitruvio (x, 9, 1-7). In questo foglio Leonardo non cita esplicitamente l’autore latino, ma qualche anno più avanti, nel Manoscritto G (f. 96r, 1510-1511) fa riferimento a questo passo del De architectura – che conosce presumibilmente in maniera indiretta, attraverso altre fonti – osservando che nonostante Vitruvio avesse capito come misurare le distanze utilizzando la circonferenza delle ruote dei carri, ignorava la possibilità di utilizzare questo stesso metodo per quadrare il cerchio, un problema che invece Archimede era riuscito a risolvere.
Il funzionamento dell’odometro si basa sulla trasmissione del movimento delle ruote a un sistema di dischi. L’odometro che descrive Vitruvio si articola in quattro elementi montati su una raeda, un veicolo a quattro ruote sufficientemente spazioso per trasportare uomini e salmerie, come si vede nei rilievi della Colonna Traiana: ignorandone l’aspetto, Leonardo disegna invece un carro a una e due ruote…”
Estratto dal catalogo della mostra “Leonardo e Vitruvio. Oltre il cerchio e il quadrato” Collana del Centro Studi Vitruviani – Marsilio Editori
- Dettaglio Codice atlantico f. 1r-b
IL PROGETTO PER IL TIBURIO DEL DUOMO DI MILANO
di Giulia Ceriani Sebregondi
“Leonardo da Vinci, giunto a Milano nel 1482, non aveva ancora avuto alcuna esperienza diretta come architetto prima del 1487, momento in cui fu coinvolto nel “concorso” per la costruzione del tiburio del Duomo di Milano, la grande cupola all’incrocio dei bracci della chiesa.
[…]
Possediamo i frammenti iniziali di una sua lettera non datata e forse mai spedita, che avrebbe dovuto illustrare ai fabbricieri del Duomo il suo modello per il tiburio. Richiamandosi all’interpretazione antropomorfa delle forme architettoniche di ispirazione vitruviana, Leonardo propose di pensare all’architetto come a un medico e all’architettura del Duomo come a un corpo malato: «Signori padri diputati, sì come ai medici, tutori, curatori de li ammalati, bisogna intendere che cosa è omo, che cosa è vita, che cosa è sanità […]. Questo medesimo bisogna al malato domo, cioè uno medico architetto».
[…]
Tra i disegni universalmente attribuiti a Leonardo e riferibili al tiburio, l’unico simile a un disegno esecutivo, nonché l’unico di tipo costruttivo nel corpus dei disegni architettonici di Leonardo, è la celebre sezione contenuta nel Codice atlantico, f. 850r, insieme al suo precedente nel f. 851r . I due disegni sono eseguiti alla stessa scala, che corrisponde al rapporto di 1:144, e il f. 851r è servito come base per realizzare il f. 850r…”
Estratto dal catalogo della mostra “Leonardo e Vitruvio. Oltre il cerchio e il quadrato” Collana del Centro Studi Vitruviani – Marsilio Editori
- Codice Atlantico f. 850r
LEONARDO E L’ARTE DELL’INGEGNERIA
di Matthew Landrus
“Nel biennio 1488-1490, gli anni in cui lavora a tempo pieno presso la corte sforzesca nella nuova veste di pittore, scultore e ingegnere, Leonardo completa due imprese grafiche oggi famose: il celeberrimo Uomo vitruviano e una serie di disegni di grandi macchine d’assedio.
[…]
Macchine di dimensioni colossali come quelle raffigurate ai ff. 147v e 141r del Codice atlantico sono rappresentate in parte in prospettiva e in parte come assonometrie dimetriche, e sono quindi più facili da misurare per i costruttori perché i rapporti proporzionali tra due delle tre dimensioni si mantengono costanti. La balestra gigante del f. 149r-b del Codice atlantico è disegnata secondo questi principi e strutturata per componenti modulari in rapporto proporzionale di 1:3, in modo tale che le misure di ciascun elemento risultino divisibili per 1/3, rendendo più facile modificare la scala di ciascuna parte senza perdere le proporzioni dell’insieme…”
Estratto dal catalogo della mostra “Leonardo e Vitruvio. Oltre il cerchio e il quadrato” Collana del Centro Studi Vitruviani – Marsilio Editori
- Dettaglio Codice atlantico f. 147 v-a